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| L'ultimo uomo sulla terra
(The last man on earth, Italia-USA 1964)
CAST TECNICO Regia: Ubaldo Ragona (Sidney Salkow per l'edizione americana) Produzione: Produzioni La Regina SpA., Associated Producers Inc. Distribuzione: Regionale, American International Pictures, Liberty Home Video, Sinister Cinema Soggetto: dal romanzo I Am Legend di Richard Matheson Sceneggiatura: Ubaldo Ragona, Furio M. Menotti Fotografia: Franco Delli Colli Montaggio: Gene Ruggiero, Franca Silvi Scenografia: Giorgio Giovannini Musiche: Paul Sawtell, Bert Shefter Formato: Cinemascope, B.N. Durata: 86'.
INTERPRETI Vincent Price (Robert Morgan) Franca Bettoia Emma Danieli Giacomo Rossi-Stuart Umberto Rau Christi Courtland Antonio Corevi Hector Ribotta Giuseppe Mattei
TRAMA Un’epidemia uccide tutti gli esseri umani e ne causa la successiva rinascita sotto forma di vampiri. Tutti tranne uno scienziato, Robert Morgan, che lotta contro queste creature barricandosi in casa la notte e uscendo di giorno per distruggerle, visto che i vampiri non girano alla luce del sole! Ogni giorno solita caccia e ogni notte solita barricata, nella speranza di trovare altri esseri umani come lui. Quel giorno arriva presto, ma sarà un incontro che segnerà il destino del protagonista.
COMMENTO Inizio col dire che questo film venne ignorato quasi totalmente alla sua uscita nei cinema e apprezzato ancora meno dai pochi che lo videro: probabilmente il nome di Ubaldo Ragona non attirava. Un nome troppo italiano (si sa che in quel periodo andavano di moda solo horror con cast e produzione stranieri) e la scelta del b/n in un periodo dove i colori venivano già usati, non si rivelò tanto azzeccata. Eppure in quel contesto, nella rappresentazione di un paesaggio deserto, quasi lunare, io trovo il bianco e nero ideale per questo film. Non per andare contro corrente, ma secondo me è bellissimo (come il racconto “I’m Legend” di Matheson, dal quale è tratto)! La fotografia è suggestiva e tutto il film è strutturato in maniera impeccabile, con Vincent Price che si esalta nei suoi lunghi monologhi e nei suoi ricordi carichi di angoscia e di rimorsi per non essere riuscito a salvare sua moglie e sua figlia. Ma è anche un Price che ride in maniera a tratti amara, beffarda, cinica rendendosi comunque conto di essere l’unico che può salvare, o meglio che avrebbe potuto salvare, l’umanità: ma quale umanità? L’umanità contaminata che ha paura di lui, visto che in questo film i ruoli sono capovolti: i vampiri hanno paura di un uomo e non viceversa. Per una volta i cacciatori diventano prede, anche se c’è da dire che lo stesso Morgan di notte da cacciatore, diventa preda, una preda che comunque sa nascondersi bene. Ma non saranno i vampiri a stanare il protagonista, saranno gli umani, o perlomeno quelli che sono riusciti a tenere il morbo sotto controllo.. Non aspettatevi ritmi elevati, perché il film è lento come il passo dei vampiri che sembrano parenti stretti degli zombie di George Romero che sarebbero arrivati 5 anni più tardi. Non è un caso se ho citato gli zombie, visto che per alcuni, le similitudini tra questo film e quello del regista americano sono evidenti, e non solo per la scelta del bianco e nero. Anche questo è un film da vedere, sia per la grandezza di Vincent Price, che per l’ottima sceneggiatura.
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