| La maschera del Demonio (Italia, 1960)
CAST TECNICO
Regia: Mario Bava
Soggetto: da un racconto di Nikolaj Gogol, “Il Vij
Sceneggiatura: Mario Bava, Marcello Coscia, Ennio de Concini, Mario Serandrei.
Fotografia: Mario Bava.
Musica: Roberto Nicolosi.
INTERPRETI
Barbara Steele
John Richardson
Andrea Checchi
Ivo Garrani
Arturo Dominici
Enrico Olivieri
Trama
Siamo in Russia, primi dell’800: Il Dott. Chomas e il suo assistente Goborec, in viaggio per Mosca per un convegno, rimangono appiedati in mezzo al bosco e dopo aver camminato per un po’, trovano una vecchia chiesa abbandonata con all’interno un sarcofago dove giace il corpo intatto di una strega, Asa, giustiziata un secolo prima sul rogo e torturata con la maschera del demonio (una maschera con all'interno delle punte fdi metallo che veniva messa sul viso del condannato). Il rogo venne spento da una violentissima pioggia, ma la strega perì comunque. Accidentalmente Chomas si ferisce con una lastra di vetro del sarcofago e il suo sangue cade sul corpo di Asa, che di li a poco riprenderà vita sotto forma di vampiro.
Intanto i due dottori si fermano come ospiti nel castello vicino dove abita la bella Katia che è l’esatta copia della strega Asa e della quale è, ovviamente, una diretta discendente.
Da qui in poi inizia una serie di terribili uccisioni per mano della strega diventata vampiro e del suo antico amante, decisi a vendicare la orribile fine avvenuta un secolo prima, ma sarà l’amore di Goborec per Katia a fermare il malvagio progetto di Asa.
Commento
Potrei semplicemente commentare il film così: Mario Bava è un genio!!! Vi garantisco che per me è così. Ho tutti i suoi film gialli e horror (tranne shock) e il suo stile narrativo, la sua maestria, le mille risorse che nascono non dai soldi, ma dal suo immenso talento visionario, sono decisamente inimitabili e incontrastabili. In questo film si parte dall’idea base di un racconto di Gogol, che Bava sviluppa creando oltretutto le basi per la nascita di un nuovo genere, il gotico italiano, marchio di fabbrica per un decennio nel cinema horror nostrano. Come sempre Bava sorprende lo spettatore con scenari raccapriccianti (la chiesa abbandonata col sarcofago) suggestivi (il bosco nella nebbia) e classici (il castello) con una spettrale fotografia in bianco e nero, e col gioco di specchi e delle luci (senza quindi effetti speciali) ci mostra la trasformazione di Asa quando resuscita e di Katia quando invecchia. Barbara Steele è l’attrice che interpreta la strega e la sua pronipote Katia e anche se non bravissima, sembra azzeccata per questo ruolo, tant’è che diventerà il viso più utilizzato per tantissimi horror al servizio di diversi registi italiani. Personalmente lo reputo uno dei migliori horror di sempre, non il migliore comunque, ma un bel nove se lo merita eccome se pensiamo a come (con pochissimi mezzi), quando (nel 1960) e dove (in Italia, patria del melodramma ma sicuramente non dell’horror) è stato realizzato.
Altra novità che darà corso ad una vera e propria moda, è la figura, già anticipata da Freda ne “I vampiri”, della donna mostro. In tantissimi horror italiani la donna diventerà la vera protagonista negativa (cioè l’assassina), cosa che non possiamo non sottolineare visto che anche nei più bei film del maestro Dario Argento la donna è spesso protagonista assoluta (Clara Calamai su tutte, lasciatemelo dire, non mi ha fatto dormire per tante notti da bambino)
Edited by Stewie - 6/4/2005, 09:56
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non vedo l'ora di godermelo insiema ai numerosi extra, ovviamente poi commenterò anche io! 
