E' l'unico libro che ho letto della Rice ed è di fatto quello che mi ha avvicinato a questa autrice (e ringrazio l'amica che me lo ha prestato
). Nel complesso mi è piaciuto molto e le pagine mi sono volate una dietro l'altra, devo dire che non ho mai trovato punti "morti" o afflosciamenti eccessivi nella trama, ma soprattutto lo ho trovato molto originale (considerando le enormi vaccate che hanno fatto sui vampiri, in particolare in ambito cinematografico).
Per quanto riguarda il personaggio di Pandora posso dire di averlo apprezzato, anche se non ho modo di paragonarlo (per ora) agli altri personaggi di Anne in quanto non ho ancora letto altro... ma provvederò.
Mi è piaciuta molto la sua determinazione, la sua forza d'animo, forse un pò un controsenso con la sua continua sete di fede, il suo bisogno di credere, segno che a mio avviso poteva essere di debolezza in alcune scene del libro, o per certi versi di insicurezza, ma del resto bisogna anche considerare che per lei le sue visioni erano quasi tangibili, reali, e non frutto di un qualche effetto placebo o suggestioni varie. Unica critica forse la do al fatto che talvolta era un pò troppo "sborona"
..ad esempio la scena con cui liquida il fratello bastardo (e il soldato che se avesse scritto che era ubriaco la avrei anche accettata
) mi sà un pò troppo di "coattata", ma sono comunque riuscito a sorvolarla.
Altra cosa che mi ha colpito e interessato è stato il modo di descrivere la vita e la società dell'epoca romana, i costumi, le tradizioni, leggendo quelle pagine la buona Anne è riuscita coi suoi dettagli a farmi immaginare davvero bene come poteva essere percorrere quelle strade di Antiochia, tra i mercati di schiavi e le taverne affollate.
Giudizio finale? Un libro molto piacevole, una protagonista molto interessante, un ambientazione molto affascinante.
PS: Ah, visto che ci sono.. cos'altro mi consigliate di leggere di A.R. ?