Day of the Dead, George Romero 1985

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Zao
view post Posted on 2/8/2005, 10:11





Titolo Film
IL GIORNO DEGLI ZOMBI

Anno
1985

Titolo originale
DAY OF THE DEAD

Durata
104

Vietato
14

Origine
USA

Colore
C

Genere
HORROR

Formato
NORMALE

Produzione
LAUREL PRODUCTION

Distribuzione
TITANUS (1986) - PLAYTIME

Regia
GEORGE A. ROMERO

Attori
LORI CARDILLE SARAH
TERRY ALEXANDER JOHN
JOSEPH PILATO RHODES
JARLATH CONROY MCDERMOTT
ANTONE DI LEO MIGUEL
JOHN AMPLAS FISHER
PHILIP G. KELLAMS MILLER
HOWARD G. KLAR STEEL
RICHARD LIBERTY DR. LOGAN
RALPH MARRERO RICKLES
GREGORY NICOTERO JOHNSON
HOWARD SHERMAN BUB
TASO N. STAVRAKIS TORREZ

Soggetto
GEORGE A. ROMERO

Sceneggiatura
GEORGE A. ROMERO

Fotografia
MICHAEL GORNICK

Musiche
JOHN HARRISON

Montaggio
PASQUALE BUBA

Scenografia
CLETUS ANDERSON

Costumi
BARBARA ANDERSON


breve recensione :

Ultimo capitolo della trilogia degli zombi (ma Romero confessa di meditarne un quarto), è il meno conosciuto e il più sottovalutato dei tre. Se da un lato ribadisce un concetto ricorrente in tutta la filmografia del regista (i mostri siamo noi) dall'altro radicalizza il discorso politico sempre sotteso alla sua opera, dipingendo l'Istituzione (in questo caso l'esercito) con una ferocia senza pari: i militari sono degli idioti violenti che complicano le cose e creano ostacoli a una soluzione razionale del problema. Claustrofobico, disperato, ancora pieno di intuizioni magistrali (l'analisi dello zombi portata avanti dallo scienzato, che rende la creatura quasi pietosa quando la fa interagire con oggetti di uso quotidiano), sostenuto da uno script efficacissimo e dal solito truculento registro visivo, DAY OF THE DEAD risulta film difficilmente catalogabile, per il suo carattere teatrale, la sua ostentata verbosità, la stratificazione dei livelli di lettura. Scena iniziale (l'incubo della protagonista) da antologia.

recensione film e dvd:
Il giorno degli zombi è il più affascinante e sfortunato fra i tasselli che compongono la trilogia (prossima quadrilogia) dei morti viventi di George Romero. Un film prezioso, la cui imperfezione anziché costituire un difetto è il sintomo essa stessa di un malessere sociale che il regista ha saputo radiografare come pochi. Dietro la patina di un “qualsiasi” horror innaffiato dal sangue mai così realistico di Tom Savini, si nasconde infatti uno dei rari gridi di dolore che l’America problematica degli anni Ottanta ha saputo levare contro la standardizzazione estetica imperante e contro l’arroccarsi definitivo su quelle posizioni massimaliste che ancora oggi permettono all’Occidente progredito di credersi come l’unica alternativa possibile sulla strada della felicità.
Ecco, la particolarità maggiore del Giorno degli zombi è proprio questa: il dolore. Romero usa lo splatter in senso estensivo, caricando al contempo il suo sguardo di una pietà quasi scorsesiana. In questo modo il sangue versato diventa la concretazione lirica della enorme tristezza che il regista prova per una umanità che non ha potuto e voluto impedire il tracollo nel quale si trovano i malcapitati protagonisti dell’epopea. Imprigionati in una miniera e ridotti in minoranza di fronte all’implacabile dominio ormai stabilito dai morti viventi sul pianeta, gli umani sembrano inizialmente aver trovato la chiave per consentire un nuovo inizio addomesticando uno zombie, Bub: ma l’emergere dei sentimenti di parte, l’incomunicabilità provocata dalla convinzione di essere sempre nel giusto, portano all’inevitabile franare della comunità. Romero non è affatto tenero nei confronti delle ipocrisie che ammantano la società odierna e al culto delle divise preferisce lo scorrere del sangue. Assolutamente degna di nota la performance di Lori Cardille e, soprattutto, di Howard Sherman, in grado di dosare le espressioni regalando al “suo” Bub di volta in volta un’aura ironica e tenera.


Come gli appassionati ben sanno (e come i documentari del DVD precisano) inizialmente il soggetto doveva avere una maggiore ampiezza (Tom Savini parla di un “Ben-Hur con gli zombies”) e problemi legati alla censura e alla necessità di lavorare in serenità portarono poi a un risultato visivamente eccellente ma che non ha potuto non risentire delle limitazioni del caso. Ad ogni modo un capolavoro, di cui attendiamo con ansia l’evoluzione nel prossimo Land of the Dead,

mia recensione :
sicuramente il capitolo meno conosciuto e il più criticato, si leggono anche recensioni assai disfattiste.
Per ciò che mi riguarda il film non è perfetto ma merita.
In questa fase l'invasione dei morti non è un evento inaspettato cui si cerca di porre fine ma un fatto assodato. Ormai gli zombi "posseggono" la quasi totalità del pianeta, i protagonisti confinati nel bunker si chiedono se sono forse gli ultimi sopravvissuti, solo un elicottero permette loro brevi escursioni all'esterno.
Nessuna radio, nessuna TV li pone in minimo contatto con altri esseri umani.
Non abbiamo più solo "persone comuni" che tentano di sopravvivere, ricerca scientifica e mentalità militare, nichilismo e voglia di ricominciare si scontrano nel tentativo di fronteggiare il problema.
L'evoluzione rispetto agli altri due film è avvenuta davvero bene, e secondo me ricalca con efficacia il modo in cui l'umanità vivrebbe l'evento.
L'unica nota di demerito è che alcuni personaggi mi paiono un po' stereotipati e non molto originali, forse perchè dovevano proprio presentare tutte le caratteristiche di una determinata tipologia, chissà...
Lo scenziato soprannominato nel film Dr. Frankenstein rappresenta infatti il classico uomo invasato dai suoi studi che antepone alla dignità umana anche lo zombi da lui pseudo addomesticato mi è proprio parsa un'altra versione del noto mostro.
Cocludendo direi meno bello o geniale dei due precedenti ma da non perdere assolutamente se si sono visti gli altri.
Magari non iniziate da questo e soprattutto ciascuno dei tre film va visto nell'ottica del periodo in cui è stato girato

Attached Image: day_of_the_dead.jpg

day_of_the_dead.jpg

 
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